Ultima Domenica dopo l’Epifania
Domenica “del Perdono”
Leggi SYN, il notiziario settimanale della Comunità Pastorale
SYN-n.-71-2-marzo-2025Domenica “del Perdono”
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SYN-n.-71-2-marzo-2025Gesù, il Figlio di Dio, aveva realmente bisogno del Battesimo? Non era, Lui, senza peccato? Perché farsi battezzare da un uomo, da Giovanni? Dopo essere nato da una donna, in una condizione di povertà umiliante, Gesù nasce una seconda volta nell’acqua del Giordano per non lasciare dubbi: Egli è Dio, ma è un Dio concreto, presente, che viene in mezzo agli uomini e alle donne, ne condivide ogni aspetto e non gli fa schifo immergersi nell’acqua in cui la sua gente si immergeva per farsi battezzare. Gesù si fa seppellire nell’acqua umana e da quell’acqua, proprio come avverrà nella resurrezione, riemerge più uomo e più Dio che mai.
(A. M. Argine)
Quando san Giovanni dice “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” descrive e sintetizza perfettamente la missione non soltanto sua, ma ogni cristiano: amare. L’amore è questo: lasciar crescere non se stessi, ma gli altri, sapendosi tirare indietro e sapendo abbandonare il proprio orgoglio, il proprio egoismo, il proprio desiderio di potere e di superiorità.
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Ma che razza di genitori erano, Maria e Giuseppe? Vanno a Gerusalemme con Gesù ancora ragazzino e poi, al momento di rientrare a casa a Nazareth, invece di assicurarsi che fosse effettivamente con la loro stessa comitiva, fanno tranquilli una giornata di viaggio senza preoccuparsene. Solo allora si accorgono che non c’è e così tornano di corsa a Gerusalemme, dove finalmente lo trovano nel tempio mentre crea relazioni di confronto e di dialogo. E lo sgridano pure!
Sì, forse Maria e Giuseppe sono stati un po’ avventati a trascurare quel loro ragazzino, credendo che fosse dove invece non era, ma siamo esattamente così anche noi: ce ne andiamo tranquillamente nel mondo, tutti presi dai nostri affari, convinti di sapere anche dove si trova Dio. E invece no, quando ci rendiamo conto che Dio non si trova dove eravamo così sicuri che fosse, allora ci tocca cercarlo. Lui non si nasconde, si fa sempre trovare, e nemmeno si scompone se lo sgridiamo perché non era dove volevamo noi: Lui si trova sempre nell’unico posto che gli si addice, cioè ovunque ci sia bisogno di creare relazioni d’amore.
(A. M. Argine)
C’è una preghiera piccola piccola, che probabilmente moltissimi di noi hanno imparato fin da bambini, che esprime con il linguaggio della tenerezza il concetto dell’avere cura, del proteggere: è la preghiera “Angelo di Dio, che sei il mio custode…”. […]
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
(Vangelo di Matteo 5, 2-12a)